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everendissimo Monsignor Felice Bacco,
La mia famiglia alimenta e custodisce la memoria, l'identità, la cultura!
E’ con grande contentezza che ho letto l’articolo del Dott. Vincenzo Garribba per la dovizia dei particolari in esso contenuti e per la precisione certosina con cui ha dipinto e rappresentato quegli anni venti, per me, assai lontani.
In poche pagine ha illustrato tutta la vita privata e pubblica del Cav. Raffaele Lembo, suscitando sentimenti contrastanti: da una parte l’orgoglio per le sue capacità imprenditoriali e le iniziative culturali ed umanitarie intraprese; dall’altro il dispiacere per le difficoltà finanziarie seguite al suo progetto e il conseguente tradimento degli amici e delle istituzioni locali.
Mio nonno, Sabino Lembo fu Francesco, nacque a Canosa nel lontano 1900 ed era un affezionato nipote del cavaliere RAFFAELE Lembo.
Mio padre Francesco Michele Raffaele Lembo - che ha 66 anni - ha sempre coltivato dentro di me l’interesse e la curiosità verso questo nostro antenato ed, ancora oggi, incessantemente proseguono i suoi racconti.
Tante volte mi sono ritrovata a scoprire documenti, fotografie, oggetti, che mi riportavano a riflettere sul passato; tante volte ho immaginato come fosse possibile negli anni venti riuscire a precorrere i tempi e realizzare progetti così importanti ed avveniristici per la collettività, senza l’aiuto delle istituzioni locali, ma con l’ostinazione e la volontà di chi vuole realizzare un sogno.
Devo confessare che mi ritengo fortunata! In un certo qual modo sento di aver avuto qualcosa in più dalla mia famiglia (la famiglia Lembo appunto!).
Mi riconosco molto nel carattere di questo mio antenato.
Sicuramente ci piace molto sognare.
Siamo molto altruisti, mettiamo sempre gli altri al centro del nostro vivere, ma siamo anche ostinati e caparbi, a volte megalomani, se siamo convinti della bontà delle nostre idee.
A volte diffidenti, quasi che tutta questa storia, esaltante e nello stesso tempo dolorosa, abbia un po’ creato in ognuno di noi una piccola corazza.
Troppe sono state le delusioni, le sofferenze vissute dalla famiglia Lembo nel passato: in noi rimane tanta nostalgia e malinconia, ma rimangono soprattutto gli insegnamenti che ci aiutano ad affrontare, quotidianamente, le traversie della vita e ci rassicurano nelle nostre scelte.
Canosa di Puglia rimane nel nostro cuore e il nostro legame sarà ancor più forte se questa città saprà ricordare sempre il nostro antenato Cav. Raffaele Lembo - così come lo ricordiamo tutti noi - che, con la sua donazione del Teatro Lembo al Comune, ha inteso rendere un servizio sociale, culturale e di sano divertimento, per permettere a Canosa ed ai suoi concittadini di non essere da meno delle altre grandi città limitrofe.
Nel ringraziarLa per la Sua sensibilità e per il Suo attaccamento a Canosa ed alla sua storia Le porgo i miei sinceri ossequi.
Avv. Maria Sabina Lembo
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